sabato 31 maggio 2008

Non voglio Ibrahimovic.

L’acquisto di Keita mi ha messo di buon umore, quello di Piqué mi ha lasciato indifferente perché l’ho visto giocare solo una volta e non posso giudicare. Ma le voci che girano in questi giorni non mi piacciono per niente. Ibrahimovic al Barça non lo voglio. Preferisco tenermi stretto Eto’o piuttosto che vedere Zlatan con la maglia blaugrana.

Non discuto le sue enormi capacità calcistiche, questo no, però personalmente non lo sopporto, è una questione di pelle, lo trovo arrogante, spocchioso e incagabile. Anche se accantono i miei pregiudizi continuo a pensare che non è l’uomo su cui deve puntare il Barça. Non è la migliore opzione per una squadra che deve ripartire da zero e deve ricostruire un’unità di gruppo.
In questo momento il Barça ha bisogno di giocatori umili, che abbiano voglia di giocare per la squadra e che siano orgogliosi di vestire la maglia blaugrana, Ibrahimovic non soddisfa nessuna di queste richieste, anzi ha tutte le caratteristiche opposte: antepone i suoi interessi a quelli della squadra ed è un mercenario.
Su Tuttosport di ieri c’era l’intervista al suo manager che confermava l’interesse del Barça per Zlatan e alla domanda se il giocatore è interessato al Barça, lui ha risposto beh, parliamo di Barcellona mica di Canicattì…mamma mia se le premesse sono queste non ci vedo niente di buono.
Questo è capace di farsi un anno al Barça e poi di andarsene al Madrid.

Andiamo male se Ibra è il primo della lista per sostituire Eto’o ma andiamo ancor peggio se il secondo nome è Trezeguet. Non voglio pensarci neanche per un secondo.

mercoledì 28 maggio 2008

Il capitano del Barça.

Alcuni giorni fa ho letto su Sport un titolo di una notizia che sembrava interessante: dal prossimo anno i giocatori del Barça sceglieranno tramite elezione i propri capitani. Bene, ho pensato c’è bisogno di un bel ricambio, invece leggendo l’articolo ho capito che non diceva niente di nuovo: il capitano resta Puyol, il terzo è sempre Valdes o Xavi, ora non ricordo e rimane vacante il secondo posto che una volta era di Ronaldinho, i giocatori potranno scegliere chi si aggiudicherà l’ambita posizione di secondo capitano. Non mi sembra una notizia così esaltante e tanto meno degna di menzione.

In realtà, in cuor mio speravo che Puyol avesse abdicato (si può abdicare da capitano?) o si fosse stufato. Intendiamoci Puyol come giocatore è fantastico è stato uno dei pochissimi quest’anno che si è impegnato in tutte le partite, l’unico che ha reso onore alla maglia blaugrana. Pero, secondo me, non ha il carisma per fare il capitano o ha perso l’energia e la voglia per farlo.

Volontà, forza e impegno come giocatore si ne ha, ma come capitano gli manca qualcosa. Lui che rappresenta alla perfezione l’uno di noi, culé fin da piccolo, cresciuto nel Barça, ha il compito di dare il buon esempio agli altri 10, i mercenari che compongono la squadra. Quando le cose sono andate tutte per il verso giusto non c’è stato problema, Puyol rappresentava il perfetto capitano, ma quando sono cominciati i casini dove è finito? Ad esempio quando Edmilson è uscito fuori con la storie delle ‘pecore nere’ dov’era?

L’unico intervento degno di nota è stata una sua sfuriata contro i giornalisti rei di aver spinto Rijkaard a mettere in campo Messi non ancora in forma, e aver causato così un nuovo infortunio. In quella occasione mi era piaciuto tantissimo, avevo pensato finalmente, era ora che si facesse sentire. Peccato che il giorno dopo ha fatto marcia indietro e ha chiesto scusa ai giornalisti, no così non va, bisogna essere coerenti con le proprie idee e avere il coraggio di portarle avanti. Perché ha ritrattatato?

Sono dell’idea che una volta scesi in campo sono i giocatori che se la giocano, l’allenatore che può fare? Può modificare lo schema, può fare qualche cambio, ma se i giocatori non ci sono con la testa è il capitano che dovrebbe aiutarli, infondergli un po’ di forza e coraggio. Quando mai Puyol in campo ha spronato i suoi compagni? Nello spogliatoio non mi è dato sapere che succede (si diceva che era Deco a comandare) ma durante le partite non ho mai visto Puyol trascinare i suoi compagni verso la vittoria. Invece l’ho visto sprofondare insieme a loro, inerme e impotente, senza essere capace di modificare l’andamento di una sola partita. Non dico che sia una cosa facile ma almeno provarci non sarebbe male. Forse si è stufato di distribuire forza e coraggio ai suoi compagni e non essere ricambiato, forse si è trovato solo a combattere una battaglia persa in partenza, forse si è depresso, chi lo sa.

Forse è solo arrivato il momento di cambiare capitano.

sabato 24 maggio 2008

Keita è il primo acquisto?

Come di consueto a fine stagione inizia il balletto degli acquisti, e mai come quest’anno il Barça ha bisogna di puntare sul mercato. Dopo aver fatto leva sui sentimenti dei tifosi giocando la carta Guardiola, ora è arrivato il momento di mettere altra carne al fuoco.

Tanti nomi si sono fatti per buttare le basi di un nuovo progetto sportivo e temo che tanti se ne faranno ancora: Keita, Alves, Piqué, Benzemá, Hleb, Malouda, Essien, Adebayor…sono solo i primi che mi vengono in mente. Alcuni nomi li trovo veramente interessanti, altri non mi dicono proprio niente e altri sembrano tanto delle bufale, come quello di Alves, che ha tutte le carte in regola per essere il protagonista di una noiosissima telenovela estiva.

Tra i nomi che più mi soddisfano c’è quello di Seydou Keita. È notizia di ieri (ufficiosa e non ancora ufficiale) che il centrocampista del Sevilla è il primo acquisto della stagione. Ha 28 anni, è del Mali, ma come giocatore si è formato in Francia e nel 2007 è poi passato al Sevilla.

È un centrocampista difensivo, protegge bene la palla e ha anche un buon tiro dalla distanza. L’acquisto di un giocatore con queste caratteristiche mi fa ben sperare, abbiamo un bisogno vitale di rigenerare il nostro centrocampo, dargli più forza e fisicità. Fattori determinanti che in questa stagione ci sono quasi sempre mancati, forse è la zona del campo in cui abbiamo sofferto di più.

Una partita si vince e si perde a centrocampo, si, è vero e noi le partite le abbiamo tutte perse per colpa del nostro centrocampo.

Keita è il primo nome per iniziare a ricostruire una grande squadra, come primo passo va bene, benissimo, ma manca ancora tanta strada per raggiungere l’obiettivo. Manca ancora un centrocampista tosto, un paio di difensori, almeno un attaccante…oddio, chiedo forse troppo?

mercoledì 21 maggio 2008

In bocca al lupo, Pep!

Per mesi i giornali catalani hanno riempito le loro pagine con nomi di possibili allenatori del Barça, alcune soluzioni mi sembravano tragicissime altre un po’ meno peggio e l’unica che veramente mi soddisfaceva era Guardiola. Così per istinto, non di certo per il suo curriculum da allenatore che è inesistente.
È stato uno dei miei idoli, è cresciuto nel Barça fino a diventarne una delle bandiere, leader e giocatore chiave del ‘dream team’. Mi piaceva così tanto che sono andata a vederlo giocare quando è finito nel Brescia. Per anni è stato esposta in casa mia, come quadro votivo, una sua foto autografata con un orribile maglia gialla del Barça e adesso è finita chissà dove.

Ho fiducia in lui, lo adoravo quando giocava e spero di apprezzarlo così tanto anche da allenatore. Da giocatore aveva carattere, era il leader e il registra di uno squadrone, è cresciuto sotto la guida di Cruyff e della sua filosofia di gioco, ama il calcio. Sono tutti fattori che mi fanno pensare positivo per la sua nuova carriera. In più è amatissimo dai tifosi e anche dalla stampa, conosce e sa maneggiare con il fatidico ‘entorno’, Cruyff lo ha già benedetto dicendo che ha le doti per essere un gran allenatore… in ultimo festeggiamo il compleanno quasi nello stesso giorno per cui sono sicura che ha carattere e che non può far altro che bene.

Che ha carattere lo ha dimostrato assumendosi l’incarico di allenatore dei blaugrana pur avendo pochissima esperienza. Ha allenato solo il Barça B e questa è una bella incognita, è l’unico fattore che mi fa dubitare e non è un fattore da poco. È una bella scommessa, ma per tutto quello che ha fatto da calciatore gli concedo il beneficio del dubbio. Insomma da qualche parte bisogna pur cominciare e uno che inizia la sua carriera come allenatore della mia squadra non può essere che un grande.

Gli hanno affidato un squadra a pezzi sia nel corpo che nello spirito, completamente da ricostruire, con un compito assai difficile: riportare il Barça a vincere giocando un calcio spettacolare. Se ci riuscisse sarebbe bellissimo e entrerebbe di diritto nei primi posti della mia personalissima lista di allenatori preferiti. A proposito di Rijkaard ha detto: "Quello che ha fatto ti fa venire voglia di toglierti il cappello. E' straordinario, un esempio per tutti noi", bravo Pep inizi con il piede giusto e se imbrocchi anche la campagna acquisti prosegui ancor meglio.

domenica 18 maggio 2008

Io festeggio.

L’ho capito dalle facce atterrite che hanno fatto gli amici che avevo invitato a vedere la partita di stasera. Erano terrorizzati dall’idea di sorbirsi due ore di menate tristissime sulla stagione ingloriosa del mio Barça. Paranoie, solo paranoie. Non faccio altro che ripetere le stesse cose: è stata buttata via la stagione, abbiamo dovuto sopportare troppe serate avvilenti e sconfitte brucianti, ci siamo lasciati scappare tante partite, abbiamo buttato via tutte le occasione che ci sono state offerte, i giocatori hanno avuto un atteggiamento poco professionale, Rijkaard è stato licenziato, quanto vorrei essere a Murcia a salutare il mio allenatore preferito….

Ho capito che non era più il caso di andare avanti a stressare chi mi è vicino e chi mi segue da questo blog. Pazienza la stagione è andata così, non serve proprio a niente continuare a elencare i motivi della disfatta. È inutile continuare a deprimersi.

Così stasera ho deciso di festeggiare. Non ho proprio tanti motivi per farlo ma qualcosa di bello si trova sempre.

Ad esempio si può essere contenti perché: è finita la stagione e così la smettiamo di renderci ridicoli, siamo riusciti a vincere con una squadra già in segunda giocando casualmente, Giovani ha segnato una tripletta e ha dedicato il gol di pallonetto a Rijkaard e lui era tutto contento, nessuno si è infortunato, magari ho visto per l’ultima volta Henry con la maglietta blaugrana, Frankie ha smesso di fumare…

venerdì 16 maggio 2008

Ciao ciao Deco.

Stagioni 2004-2006 il Barça ha un giocatore fantastico in mezzo al campo: tosto, aggressivo, capace di recuperare una quantità di palloni impressionante e con una buona percentuale di gol. Antipatico questo si, pure rissoso e infatti prende cartellini gialli come se piovesse. Ma era perfetto nel suo ruolo che gli si perdonava tutto. I successi strepitosi che abbiamo ottenuto sono anche merito suo.E’ stata una pedina fondamentale del Barça vincente, forse anche l’anima di quella squadra.

Non sarà facile sostituirlo, ma così va la vita.

Nelle ultime due stagioni il suo rendimento inizia a calare, fino a raggiungere i livelli scarsi dell’ultimo periodo. Bersagliato da continue lesioni muscolari e da problemi personali Deco non è più il giocatore di tempo. Alterna partite bruttine a lunghe assenze e in tutto segna un solo gol.

Comunque Rijkaard gli dà fiducia fino alla fine, a partire dal Barça-Madrid: il portoghese gioca da titolare nonostante una settimana travagliata in cui si rincorrevano voci su di lui e Ronaldinho, secondo la stampa non si erano allenati e non dovevano giocare.

Rijkaard però, continua ad aspettarlo e Deco dopo più di un mese fermo rientra titolare nella partita più importante della stagione: la semifinale con il Manchester. Questa volta non tradisce il suo allenatore perché gioca come ai vecchi tempi e il Barça, anche per merito suo, ritorna a essere la squadra che adoro. Purtroppo per lui e per noi la sua rinascita finisce a Manchester.

Nella partita contro il Valencia Deco si prende l’ennesimo cartellino giallo che guarda caso non gli permetterà di andare a Madrid e apriti cielo, la stampa catalana e i tifosi lo accusano di averlo fatto di proposito, lui si difende dicendo che non ne sapeva niente e subito viene smentito da Rijkaard, che poi si pente e si assume, come sempre, tutte le responsabilità del caso.Ma i dubbi rimangono e con questi la stampa ci va a nozze.

Ultima partita al Camp Nou, appena tocca il pallone i tifosi lo sommergono di fischi, lui gioca poco e male poi si fa sostituire perché dice di aver male. Rijkaard che gli ha sempre creduto lo sostituisce e per lui finisce la stagione e con molta probabilità la sua avventura nel Barça.

Ieri infatti ha dichiarato che non vuole stare dove non è benvoluto e sta cercando una squadra in Inghilterra o in Italia. Bravo, ottima scelta.

Tra le varie cose che ha detto durante l’intervista, tra cui dei tardivi elogi a Rijkaard, mi ha colpito una frase: "no se debe hacer un drama porque todos pasamos y el Barça queda". Verissimo Deco, hai pienamente ragione, per fortuna il Barça rimarrà sempre il Barça, con o senza di te.
Ciao ciao.

mercoledì 14 maggio 2008

Infortuni e sfiga.

Il Barça quest’anno ha lasciato per strada tanti di quei pezzi che ormai ho perso il conto. Si potrebbe scrivere un post lunghissimo solo con l’elenco di motivazioni per cui la squadra non ha funzionato, ma è un’impresa titanica che oggi come oggi non sono in grado di affrontare.

Provo ad analizzare la stagione del Barça in relazione agli infortuni. Il dato certo è che l’infermeria blaugrana ha lavorato parecchio durante tutto l’anno.
Si sono infortunati tutti meno Xavi e Valdés: c’è chi è stato fermo per poche settimane, chi parecchi mesi, chi si è fermato più volte per lo stesso problema o chi si è fermato più volte per problemi diversi e c’è anche chi ha giocato stoicamente da infortunato.
Si sono infortunati sia i titolari che i panchinari senza nessuna distinzione. Gli infortuni ci sono stati in tutti i momenti dell’anno all’inizio come alla fine, in partite di campionato come in allenamento o in amichevoli. Anche in questo caso senza nessuna distinzione.

Le spiegazioni possono essere solo due: a voler essere cattivi c’è da porsi qualche piccola domandina sulla competenza dei preparatori atletici del Barça, mentre ad essere benpensanti la colpa si può attribuire solo alla sfiga.
Io propendo più per la seconda ipotesi e se fossi in Xavi o Valdés comincerei a pregare San Jordi o a fare qualche rito scaramantico in più.
A sostegno della tesi-sfiga ho fatto il seguente ragionamento: il Barça quest’anno ha fatto quattro acquisti, due di loro si sono rilevati perfetti, mi riferisco a Milito e Tourè gli altri due sono stati una grandissima delusione, Abidal e Henry. Bene, chi dei quattro si è infortunato? Milito e Tourè…se non è sfiga questa!!

È di ieri la notizia che Milito e Tourè sono stati operati. La fase di recupero Milito è stimata tra i sette e i nove mesi. Quando ho letto la notizia mi è venuto male, nove mesi sono tantissimi, voglio dire in nove mesi puoi fare un bambino, non puoi stare lontano dal campo per un periodo così lungo. Come tornerà Milito dopo nove mesi di stop? E’ un difensore, è parte del suo mestiere mettere la gamba non può mica toglierla come fanno gli attaccanti. Cosa succederà? Tornerà a essere il bravo difensore che tanto mi è piaciuto quest'anno? Spero proprio di si.Tanti auguri, Gabi!
Va un po’ meglio con Touré, si è operato di ernia del disco che si era trascinato da parecchi mesi. Per fortuna i suoi tempi di recupero sono decisamente più brevi, da sei a otto settimane.Meno male perchè anche lui è uno dei pezzi fondamentali del Barça.Tanti auguri Yaya!

A proposito di Touré ho letto da qualche parte che non è nella lista degli intoccabili di Guardiola, speravo di aver frainteso. Purtroppo ho avuto delle conferme, leggo infatti sul Mundo Deportivo che Touré potrebbe essere una buona moneta di scambio con l'Arsenal. Ma siamo matti!!! Spero che sia una delle tante bufale di inizio campagna acquisti, altrimenti caro Pep con tutto il bene che ti voglio inizi proprio con il piede sbagliato: Yaya non si deve muovere da Barcelona.


domenica 11 maggio 2008

A presto Frank.

Quando mi sono resa conto che quella di stasera sarebbe stata l’ultima partita al Camp Nou con Rijkaard in panchina mi è venuta voglia di andare a Barcelona, peccato che la mia brillante idea è naufragata subito visto che questo weekend lavoravo. Purtroppo le sorprese non si fermano qui: alle 20.55 scopro che Sky non trasmette neanche la partita. La notizia non l’ho presa troppo signorilmente, non sono stata all’altezza di Rijkaard. Ma porca miseria, il Barça è caduto così in basso che non rientra neanche più nella programmazione di sky.

Non mi è piaciuta questa scelta, come non mi è piaciuto il modo in cui Frank è stato silurato, poche ore prima del classico e facendo ricadere su di lui tutte le colpe di questa stagione. Non mi è piaciuto lo scaricabarile di Laporta, l’indifferenza di Txiki e le parole tardive e ipocrite di Xavi.

Stasera, almeno per quello che sono riuscita a vedere, lo scarso pubblico del Camp Nou gli ha dedicato un’ovazione, ha salutato Laporta con una ‘pañolada’ e fischiato Deco e Eto’o.Continuerò a ripetere fino alla nausea che non è sufficiente, Rijkaard meritava molto di più sia dai suoi giocatori che dal suo pubblico. Io l’unica cosa che potevo fare l’ho fatta: ho mandato messaggi di sostegno e di ringraziamento a Frank per tutto quello che ha fatto con e per il Barça.

È sufficiente sentire la conferenza stampa di ieri per capire perché ci tengo così tanto a Rijkaard. Sono in momenti del genere che viene fuori la altezza morale di una persona e lui è stato magnifico. Vorrei avere la sua calma e tranquillità, gli invidio il suo karma perfetto e poi vorrei avere la sua classe, io, nella sua stessa situazione,non avrei sicuramente reagito con tutta quella signorilità.

E stasera è arrivata anche la sua lettera d’addio ai tifosi. Semplice e bellissima.
Se ne va dal Barça una persona stupenda lasciando tanti bei ricordi e una profonda amarezza per la sua cacciata.

Torna presto Frank.


giovedì 8 maggio 2008

RIMANI FRANK!

Dopo una serata da dimenticare e una giornata altrettanto da incubo mi arriva il messaggio che mai avrei voluto ricevere. La giunta direttiva del Barça ha silurato Rijkaard. Non mi piace questa decisione, non la condivido. Ero rimasta tra i pochissimi che lo volevano ancora seduto nella panchina blaugrana, per lo meno ci speravo. Arriva così l’ennesima delusione stagionale, ed è quella che fa più male. Perché ormai avevo fuso la mia passione per il Barça con quella per Rijkaard, mi è difficile separare le due cose e mi è ancora più difficile immaginare il Barça senza Frank, non esiste proprio.Un Barça senza Rijkaard mi sembra un po’ meno Barça…

E dire che quando Rijkaard è arrivato a Barcelona non ho di certo gioito anzi avevo pure pensato che si stava raschiando il fondo del barile. Non aveva certamente un gran curriculum: ha allenato l’Olanda e si dimesso dopo una partita persa contro un’Italia scandalosa, passa nella panchina dello Sparta Rotterdam e riesce a mandarlo in B, non proprio esaltante come presentazione.

Non ero l’unica a non credere in Rijkaard, il Barça veniva da un periodaccio, 4 anni senza vincere niente, non era sicuramente il momento migliore per affidarsi a un non vincente. A dispetto dei pronostici, Frank pian pianino si guadagna la stima dei giocatori con il suo modo di fare pacifico e tranquillo, senza mai gridare ma sempre cercando il dialogo e insistendo sul concetto di squadra (bellissimo si vince e si perde tutti assieme). Anch’io comincio ad apprezzarlo, mi conquista ogni giorno di più e inizio a non perdermi neanche una partita del Barça. È il periodo in cui i blaugrana si metteno a giocare a mille, diventano la bandiera del ‘jogo bonito’ e nel giro di poco arrivano 2 Liga e la Champions. Il 2006 è l’anno del Barça che riesce a vincere il doblete, mamma mia che anno. Con questi successi Rijkaard mi ha definitivamente convinto, capisco che è l’allenatore giusto arrivato al momento giusto.

Sono mille i motivi per cui Rijkaard è e rimarrà il mio allenatore preferito. Per la sua filosofia di vita che applicava anche alla squadra, perché ha sempre avuto fiducia nei suoi giocatori, perché crede nel concetto di squadra, perché afferma che per giocare una buona partita bisogna avere la mentalità giusta, perché è coerente con le proprie idee, perché è sempre rimasto tranquillo anche nei momenti peggiori, perché è ottimista e ha cercato di infondere il suo ottimismo al Barça che tradizionalmente è pessimista, perchè è una gran persona, perché le sue conferenze stampa infondono sempre una gran calma, perché è equilibrato, perché il suo numero preferito è l’otto, perché proteggeva i suoi giocatori,perché ha detto che il Barça gli rimarrà nel cuore, perché è un signore e non ha mai voluto prendersi i meriti per i successi ma li ha sempre girati ai suoi giocatori, perché si è sempre preso le colpe di tutti gli insuccessi, perché ascolta i Pixies, perché non ha mandato a cagare Eto’o quando l’ha definito una cattiva persona, perché sotto la sua guida sono nati talenti dal calibro di Ronaldinho, Messi e Iniesta, perché con lui abbiamo vinto al Bernabeu per 3 a zero, perché con lui siamo riusciti a rimontare e vincere la finale della Champions, perchè non si meritava di essere preso in giro dai suoi giocatori e non meritava di andarsene via in questa maniera.

Potrei citare ancora mille altre motivi.Mi fermo e concludo citando una frase di Laporta “Rijkaard è un fenomeno” è vero, mi manca già.

Basta.

Basta Barça quest'anno hai superato di gran lunga il limite massimo di sopportazione. Ti ho difeso e ho creduto in te fino alla fine. Ma adesso basta!
Ricominciamo da zero il più presto possibile e non parliamone più.

lunedì 5 maggio 2008

Atto primo.

"No es verdad que Deco y Eto’o no estuvieran avisados de las tarjetas".
Frank Rijkaard.

Ieri sera in conferenza stampa Rijkaard ha smesso di proteggere i suoi giocatori, ha perso la sua proverbiale calma, si è leggermente incavolato e ha smentito le dichiarazioni di Deco e Eto’o. In un altro momento della stagione non sarebbe mai successo, ma adesso in cui tutto è perduto comincia a venire a galla la verità. Forse.

La frase di Frank spiega alla perfezione cosa non ha funzionato questa stagione. Non è esistita una squadra Barça, ma ci sono stati tanti giocatori, tante primedonne che quando hanno voluto hanno fatto girare la squadra mentre il più delle volte l’hanno mandata a picco.

È vergognoso l’atteggiamento che hanno tenuto certi giocatori, non sto qui a scrivere tutti i nomi perché la lista è troppo lunga e poi sicuramente dimenticherei qualcuno, e non è giusto.

Hanno preso in giro i pochi compagni che quest’anno si sono impegnati dalla prima all’ultima partita, hanno preso in giro il proprio allenatore ma soprattutto continuano a prendere in giro i propri tifosi. Basta.Sono solo degli ex.
È ora di ripartire da zero, bisogna pensare al futuro e dire addio a tanti giocatori. È un errore gravissimo dare la colpa solo a Rijkaard, lui pagherà ma non è l’unico che deve farlo.

domenica 4 maggio 2008

Ti amo però...

Avessero giocato una partita del genere in un altro periodo avrei scritto un post straelogiativo nei confronti del Barça, avrei definito la serata fantastica, spettacolare, grandiosa…A questo punto della stagione vincere con un margine così notevole non mi fa né caldo né freddo.

Anzi, forse mi fa un po’ rabbia, in una serata che potrebbe regalare la Liga al Madrid, sai che notizia stratosferica è vincere 6 a 0, oltretutto contro una Valencia che non è neanche sceso in campo, era a dir poco imbarazzante.

Questa partita è stata la chiara dimostrazione del perché la Liga è scappata dalle mani dei blaugrana. È stato facile vincere con le squadre più deboli, ed è stato quasi impossibile battere le altre. È stato facile vincere con una goleada con le squadre da fondo classica ed è stato difficilissimo segnare un gol nelle ultime settimane. È stato facile impegnarsi in una partita come quella di stasera ed è stato ai limiti dell’impossibile impegnarsi nelle partite che contavano (ad esclusione delle due sfide con il Manchester). È una stagione che è andata via così, con tanti rimpianti per tutte le occasioni sprecate.Caro Barça, io ti amo però...

La partita di stasera mi ha solo confermato chi deve rimanere nel Barça, e chi se ne deve andare. Messi deve assolutamente giocare,sempre, è la dimostrazione che un solo giocatore può cambiare l’andamento di una partita, il risultato di stasera è stato tutto merito suo.

Invece, il primo che se ne deve andare è sicuramente Henry. Non mi è stato mai simpatico ma oggi mi ha fatto troppo incavolare. In una serata che contava proprio poco si è sbattuto a recuperare la palla, ha pressato, ha giocato sia a destra che a sinistra, ha segnato una doppietta, non ha festeggiato ma ha mostrato una faccia da schiaffi!!! Ma cosa pretendi, vuoi una standing ovation per quello che hai fatto in una partita e non hai mai fatto in tutto l’anno rimanendo inchiodato nella tua posizione!! Ma scherziamo, vattene il prima possibile.

venerdì 2 maggio 2008

Un regalo azzeccato.

Mi hanno appena regalato questo libro. Vale la pena leggerlo solo per il titolo. Lo trovo geniale e molto appropriato, visto il momento.
So bene che l’eliminazione del Barça non è stata solo per colpa del Manchester, però non è male leggere pagine e pagine di insofferenza nei confronti dello United, condite da una buona dose di ironia e molta, moltissima autoironia, che non guasta mai.
La lettura di questo libro si sta rilevando un’ottima terapia per riprendermi dalla delusione degli ultimi giorni.Lo consiglio a tutti.