giovedì 31 luglio 2008

da leggere.


Mi è capito di rileggere alcuni articoli di Manuel Vázquez Montalbán, sono sue riflessioni sul calcio moderno e ovviamente sul suo amato Barça, pubblicati ormai dieci anni fa ma ancora tremendamente attuali.
Vi consiglio di leggere questi due, Catalanets, catalanets e Liga de traficantes. Ci sono parecchi spunti e riflessioni che si possono tranquillamente ricollegare alle vicende degli ultimi giorni, la partenza polemica di Messi per i giochi olimpici e la lettera di saluto di Oleguer.

Consiglio di leggere anche la lettera di Oleguer pubblicata sul sito del FCB, gli articoli di Vázquez Montalbán sono molto interessanti, critici, riflessivi ma la lettera del giocatore vale la pena leggerla perchè è spontanea, emotiva, bella e coinvolgente.

Hasta siempre Oleguer.

mercoledì 30 luglio 2008

Ostacolo viola.


Continuo a non vedere chissà quali novità rispetto all’anno scorso, se escludiamo che Abidal ha fatto un cross, c’è stato un colpo di testa in un calcio d’angolo, il primo gol è arrivato da un’azione su calcio piazzato e la seconda maglia è orribile.
Ecco magari nelle novità, positive, segnalerei Alves, mi è piaciuto il brasiliano, ho apprezzato la buona intesa con Messi, ma anche con il resto della squadra. Keita l’ho visto poco, Hleb per quel che ha fatto vedere mi ha fatto ben sperare. Mi continua a sorprendere il livello dei giocatori del Barça B. Jeffren ha segnato un gran gol.
Ho visto qualche piccola miglioria rispetto alle precedenti partite soprattutto tenuto conto che la Fiorentina era un ostacolo di un altro livello rispetto alle precedenti. In generale sono soddisfatta della partenza dei blaugrana, il 3 a 1 di questa sera mi porta ad essere ottimista. Buon test e buone sensazioni.

Tra le tante similitudini con il Barça dell’ultima stagione c’è la differenza piuttosto evidente tra i due tempi. Nel primo i blaugrana si sono fatti vedere, si proponevano, e hanno quasi annullato la Fiorentina, complice un centrocampo più tonico composto da Xavi, Touré e Keita; nel secondo tempo, invece, si sono invertite le parti, i viola sono cresciuti, a tratti sono riusciti a imporre il loro gioco e il Barça ha iniziato a perdere colpi e commettere qualche errore di troppo, soprattutto in difesa. Perdonabile perché era un’amichevole e comprensibile perché siamo in piena preparazione atletica. Però Guardiola deve stare attento perché l’anno scorso abbiamo buttato via troppo partite per aver giocato un secondo tempo scandaloso.

Stasera si sono rivisti in campo Puyol, Xavi e Iniesta e, guarda un po’, il Barça è tornato ad aver un possesso palla clamoroso che di per sé non significa proprio niente, ma tutto sommato il Barça del primo tempo non mi è dispiaciuto. Andrés è tornato a fare il tappa buchi, in questa occasione gli è toccato giocare da attaccante ma non ha brillato, a me piace molto di più quando spazia a centrocampo, vedremo nelle prossime partite cosa avrà in serbo per lui Guardiola.

Messi, sempre Messi. Ogni volta che lo vedo giocare mi convinco sempre più che ben presto ci dimenticheremo di Ronaldinho grazie alle sue magie. Stasera oltre a mettere in mostra le sue potenzialità si è messo a recuperare palloni e lottare in ogni giocata come non lo si vedeva da tempo. Ottimo.
Il problema con Messi è che dipendiamo troppo da lui, adesso che la Fifa ha data ragione all’Afa e lui molto probabilmente andrà alle olimpiadi cosa faremo? Non possiamo entrare in crisi durante la pretemporada perché ci viene a mancare un giocatore, è assurdo è pur sempre un singolo giocatore, bravo fin che vuoi, anzi mostruosamente talentuoso, però è uno e noi siamo una squadra di 11 giocatori.
Non ricadiamo nell’errore di affidarci ai talenti individuali.

A proposito di errori del passato, era Rijkaard che elargiva permessi a tutti o era la società? Henry ha già ottenuto il primo, ma non si era detto che si cambiava radicalmente?

lunedì 28 luglio 2008

Togliamo il 9 a Henry.


Avevo voglia di vedermi una partita del Barça, mi sono guardata la sfida contro il Dundee carica di aspettative ma sono rimasta abbastanza delusa, lo so che è presto per dare giudizi ma le prime sensazioni non sono completamente positive. Nel primo tempo ho rischiato di addormentarmi, lo so che è una partita della pretemporada per cui manca ritmo, i giocatori non sono ancora in forma e i nuovi acquisti devono adattarsi, ma più che una partita di una squadra che tra meno di un mese deve giocare il preliminare di Champions mi è sembrata una sfida tra scapoli e ammogliati.

La coppia Henry-Bojan su cui Guardiola vorrebbe puntare non ha mordente e neanche profondità, il francese ha fatto vedere che nulla è cambiato dall’anno scorso, si è mangiato un’occasione grandiosa, ne ha ciccata un’altra e solo alla terza occasione è riuscito a beffare il portiere avversario. Lo ripeto già da tempo, non possono essere loro la coppia del futuro del Barça.

Nel secondo tempo Guardiola ha cambiato tutta la squadra e con Messi è stata tutta un’altra storia, l’argentino ha una marcia in più, sembra molto più in forma del resto della squadra, ha mostrato la sua classe e segnato una tripletta. Buona la sua sintonia con Alves molto positiva quella con Eto’o. La coppia Messi-Eto’o è stata più aggressiva e ha fatto vedere buone cose, si conoscono, si sono cercati e trovati, fin qui tutto bene. Il problema è che nel preliminare di Champions forse non vedremo nessuno dei due. Tra i nuovi acquisti mi è piaciuto Alves, ho visto poco Keita e Cáceres, cavolo, mi sembra un clone di Ramos!

In generale ho visto qualche piccola miglioria (han provato a pressare davanti) rispetto all’anno passato ma non ho visto grandi differenze. Il Barça ha fatto bella figura grazie alle ottime qualità dei singoli: Messi, Eto’o e Alves su tutti, ma attenzione non dobbiamo ricadere nell’errore del’anno scorso: bisogna puntare sul collettivo, sulla squadra mica sul singolo. Su questo punto Pep deve lavorare a fondo e in fretta perché dietro l’angolo c’è la sfida di Champions.

venerdì 25 luglio 2008

La prima.


Guardiola ha iniziato a muovere i suoi primi passi sulla panchina del Barça, debutta con un’ampia vittoria contro un avversario sparring e il risultato positivo non serve a trarre tante conclusioni perché è sempre difficile giudicare con obiettività una partita della pretemporada (ancora di più se non si è vista!).

Almeno è servita per iniziare a capire quali sono le intenzioni di Pep.
Alcune notizie che ho appreso qua e la: lo schema di gioco è rimasto uguale, 4-3-3 con la difesa più alta, Marquez e Piqué han giocato da centrali, Hleb-Keita-Touré hanno formato il trio del centrocampo, Gudjohnsen è dimagrito e ha segnato, Alves si è fatto notare e Messi è sempre lui, protagonista della serata con un bellissimo gol.
Come logico, in una partita del genere hanno trovato spazio tante giovani promesse del Barça B che si sono messe in mostra: Pedrito, Víctor Vázquez, Córcoles, Jeffren, Abraham, Busquets e Crosas.

Qualche curiosità: Messi indossava la maglia n.10, gli calza alla perfezione, Henry il 9, è un fatto accidentale, vero? Eto’o ha giocato gli ultimi 25 minuti con la fascia da capitano, che significa questo?

Finalmente si torna a parlare di calcio giocato.

Hibernian: McNeil (Grof, min.83); Van Zanten, Jones, Hogg (Canning, min.73), Hanlon; Murray (Chrisholm, min.46), Stevenson (Thicot, min.46), Shiels (Rankin, min.73), Nish; Fletcher (Morais, min.65) y O’Brien (Cropley, min.83).

FC Barcelona
: Valdés (Pinto, min.46); Córcoles, Márquez (Martín Cáceres, min.46), Piqué, Alves (Abraham, min.46); Víctor Vázquez (Crosas, min.31) (Hleb, min.66), Gudjohnsen (Keita, min.66), Sergi Busquets (Touré Yaya, min.46); Messi (Jeffren, min.46), Henry (Bojan, min.46) y Pedro (Eto’o, min.66).

Goles: 0-1, min.5: Gudjohnsen. 0-2, min.15: Messi. 0-3, min.17: Gudjohnsen. 0-4, min.27: Pedro. 0-5, min.48: Bojan. 0-6, min.69: Touré Yaya.

mercoledì 23 luglio 2008

In bocca al lupo Oleguer.


La lista dei superstiti dell’era Rijkaard si assottiglia sempre più, al momento ne rimangono sette (8 con l’incognita Eto’o): Messi, Marquez, Sylvinho, Valdes, Puyol, Iniesta e Xavi.
Ieri è stato il turno di Oleguer venduto all’Ajax. Anche lui paga lo scotto delle ultime due stagioni in cui è comparso sempre meno e non ha mai brillato.
Se ne va via un canterano già sostituito da un canterano più giovane, Piquè. Il primo lo abbiamo venduto per 3 milioni (+2 ), il secondo è stato comprato per 5, un affare perfetto.

Oleguer è stato un calciatore atipico, laureato in economia e studente di filosofia, politicamente schierato e catalano fino al midollo.
Ha iniziato la sua carriera da centrale per puro caso nella stagione 2004-2005, in seguito agli infortuni di Edmilson e Motta, Frank avanza Marquez e al posto del messicano sistema Oleguer che in coppia con Puyol funziona alla grande per due anni. Quando il Barça entra in crisi anche lui inizia a perdere terreno, il colpo di grazia arriva quando Rijkaard decide di utilizzarlo come laterale destro, non funziona, e perde la titolarità.

Intanto che prosegue la sua carriera calcistica scrive un libro "Camí d'Ítaca" in cui racconta i festeggiamenti per la Liga 2004-2005 insieme alle sue riflessioni politiche e sociali. Ovviamente lo scrive in catalano e io ci impiego un enormità per finirlo, ma vuoi mettere la soddisfazione di aver letto un libro scritto veramente da un giocatore blaugrana!

In tanti lo hanno criticato perché non è un giocatore da Barça, altri perché ha portato in campo le sue idee politiche. I tifosi avversari lo hanno sempre fischiato per le sue idee e per il suo nazionalismo catalano. Io l’ho apprezzato di più per i suoi interventi fuori dal campo (soprattutto per il suo appoggio all’EZLN) che per le sue prodezze da giocatore. Per me è stato un difensore che ha compiuto il suo dovere senza infamia e senza lode. Difensore mediocre ma con un curriculum invidiabile, laureato in Economia, una Champions, due Ligas e due Supercopas de España. Niente male direi.

L’ultimo episodio che l’ha visto protagonista è stato per un suo articolo. Su un giornale ha preso le parti di un terrorista basco in sciopero della fame, apriti cielo, è stato accusato di essere un terrorista, fischiato e insultato dai tifosi delle squadre avversarie. Lo sponsor delle sue scarpe, la Kelme, per l’articolo, gli ha rotto il contratto, ma non lo ha fermato. È sceso in campo con le scarpe tutte nere senza logo, si è preso la sua dose di fischi e insulti e serafico ha dichiarato “Non cambierò le mie idee solo perché sono un calciatore”. Grande Oleguer! Mi mancherai. In bocca al lupo per la tua nuova avventura.

martedì 22 luglio 2008

Pep e le sue dichiarazioni.


Guardiola lo aveva detto, Deco, Ronaldinho e Eto’o fuori dal Barça, per i primi due è cosa già fatta per il terzo è solo questione di giorni. Fin qui è stato coerente, ammiro il coraggio che ha dimostrato sbarazzandosi di tre giocatori fondamentali e amati (ultimamente forse più odiati) dai tifosi blaugrana. Adesso non vorrei criticare Guardiola ancor prima del suo inizio ma comincio ad avere qualche piccolo dubbio sulla sua coerenza. Il giorno della sua presentazione Pep aveva dichiarato "Buscamos un '9' que haga 60 goles (entre sonrisas). Busco un '9', lo necesitamos, que sea muy bueno y complemento de Henry y Bojan. Que los tres se sientan titulares. Y los nombres que salen en los diarios son muy buenos". I nomi che giravano e che girano sono quelli di Adebayor, Berbatov, a tratti Villa, Benzema (ormai scartato perché non cedibile), Trezeguet, ogni tanto risbuca fuori Drogba.

La trattativa più accreditata è quella con l’Arsenal per Adebayor, ma, quando ormai l’affare sembra concluso salta fuori Txiki dicendo che le trattative per un attaccante sono ferme perché prima di comprare un ‘9’ bisogna piazzare Eto’o. Logico, il ragionamento non fa una piega: prima si vende poi si compra.
A questo punto interviene Guardiola, spalleggiando Txiki, dichiarando che in realtà il nuovo Barça non ha bisogno di un ‘9’ perché comunque ci sono Henry e Bojan. Le trattative sembrano arenarsi del tutto e io comincio ad avere qualche dubbio.

Segue la vendita di Ronaldinho e la conferma che Eto’o andrà via, le valigie le ha già fatte ma non ha ancora trovato nessun offerente (che strano credevo che il camerunese fosse il giocatore meglio piazzabile!) intanto i giornali riprendono a elencare i nomi di possibili acquisti ieri era il turno di Drogba un po’ meno quello di Adebayor, oggi l’ivoriano è in forse ma domani chissà.Continuano a insistere: il Barça deve fare l’acquisto mediatico; presumo che anche la Nike spinga per fare un nuovo acquisto dato che il vero crack che è rimasto è sponsorizzato dall’Adidas.
E’ una questione di vasi comunicanti se partono tutte le stelle ci deve essere per forza qualcuno che riempirà il vuoto lasciato. Non possiamo aver venduto i nostri giocatori più mediatici e non comprare nessuno.

Da una parte i media e lo sponsor vogliono l’acquisto mediatico dall’altra Guardiola torna a insistere a voler puntare solo su Henry e Bojan: “Espero muchísimo de Henry. He hablado con él y sé que el primer año no fue fácil, pero tengo mucha fe con su aportación al equipo. Le quiero dar mucha importancia, y a Bojan también”.
A chi bisogna credere? La logica mi porterebbe a fidarmi di più di Guardiola ma la soluzione che propone lui non mi convince, senza acquisti rimarremmo con un pensionato che non ha fatto altro che lamentarsi per una anno intero che non si è mai adattato al calcio spagnolo e un ragazzino che ha dimostrato tante buone qualità ma deve ancora crescere per cui non possiamo caricarlo di troppe responsabilità e aspettative e non possiamo pretendere da lui che si trasformi dall’oggi al domani in un megacrack.

Anche se a quello che scrivono i giornali non ci credo più da tempo il dubbio rimane, devo credere alle prime dichiarazione di Pep, cerchiamo un ‘9’ o alle ultime, mi bastano Henry e Bojan?

venerdì 18 luglio 2008

Addio Ronaldinho, parte seconda.


Martedì è finita l’avventura di Ronaldinho nel Barça. E' rimasto 5 anni in blaugrana, i primi tre anni sono stati impeccabili, avevamo tra le mani il miglior giocatore del mondo che ha riportato il Barça nell’olimpo del calcio mondiale. Ci ha fatto sognare e divertire con le sue innumerevoli giocate, slalom, punizioni, rovesciate, pallonetti, gol da cineteca. Tanti rimarranno nella storia come la doppietta al Bernabeu e la serpentina contro il Chelsea nel 2004, la rovesciata contro il Villareal, quella contro l’Atletico (suo ultimo gol in blaugrana!).

Dal 2003 al 2006 Ronaldinho gioca sempre, sia partite del Barça che del Brasile, non si ferma mai, più cresce la sua popolarità e più gioca, il Barça non può giocare senza il suo giocatore simbolo perché i tifosi riempiono la stadio per lui, vogliono vedere le sue giocate. E lui gioca e sorride perché è quello che più gli piace al mondo. Gioca, sorride e vince il pallone d'oro più tanti altri riconoscimenti.

Nella stagione 2006 raggiunge l’apice della sua carriera: ci regala una Liga e la seconda Champions della storia del Barça, è stato tutto perfetto fino alla finale di Parigi. Sembrava che niente e nessuno potesse fermarlo e invece si rompe il meccanismo e Ronaldinho buca l’appuntamento mondiale, è il primo campanello d'allarme.

Ha bisogno di riposo e invece deve subito ripartire per la pretemporada del Barça, che quell'anno si fa in America, figuriamoci se lo lasciano riposare proprio nella patria del suo sponsor. Ronaldinho è una gallina d'oro per la Nike, per il Barça e per la sua famiglia in primis suo fratello procuratore, l'unica cosa che deve fare è giocare, giocare come solo lui sa fare, sorridere e far divertire.
Inizia la stagione e lui parte stanco, dovrebbe allentare un po' i ritmi ma non può perchè prima s'infortuna Messi poi Eto'o e a lui gli tocca tirare avanti la baracca. Non gioca bene ma paradossalmente questo è l'anno in cui segna di più, però attenzione, quasi tutti i suoi gol arrivano da calci piazzati, pochissimi sono quelli su azione, secondo campanello d'allarme.

I tifosi se la prendono con il Barça per aver regalato la Liga al Madrid ma se la prendono soprattutto con lui e con la sua stagione poco brillante, è lui il principale responsabile, è lui il capro espiatorio. Ronaldinho a fine anno si prende una pausa, rinuncia a partecipare alla Coppa America, dovrebbe fargli bene riposare un po' e invece questa pausa lo butta ancora più giù e così inizia la sua stagione peggiore.

Il giocattolino si è rotto, Rijkaard prova in tutti modi ad aggiustarlo ma non riesce nell'impresa, gli offre tante di quelle occasioni per provarci ma lui non ne approfitta, è apatico e non sorride più. A volte sembra che possa farcela, però è solo una sensazione, una speranza. La conferma arriva durante il grande classico, Frank, a sorpresa, lo mette in campo ma lui non combina niente, non ha più stimoli, neanche l'adrenalina che ti da una partita del genere lo aiuta a risorgere. Terzo campanello d'allarme.

Nessuno sembra accorgersi che Ronaldinho ha un problema, era evidente che qualcosa non andava, perchè nessuno lo ha aiutato? O se qualcuno ci ha provato perchè il brasiliano non si è fatto aiutare?

Passa più tempo in panchina che in campo, in pochissimo tempo perde tutto il credito che aveva accumulato nei suoi primi tre anni, perde la fiducia del suo allenatore (ma che ha fatto per far incavolare Frank?), la stima dei suoi compagni, i tifosi gli voltano le spalle e lo fischiano ogni volta che tocca palla, perde l'immunità parlamentare e i giornali cominciano a scrivere di tutto e di più sulla sua vita privata, lo accusano di uscire tutte le sere e di non presentarsi agli allenamenti.
Via internet girano notizie ancora più inquietanti, qualcuno dice che ha problemi con l'alcol, altri di droga, le sue lunghe assenze per strani infortuni alimentono solo queste dicerie. La situazione è sfuggita di mano, nessuno ha più il controllo di quello che succede nello spogliatoio e fuori.
Intanto il Barça comincia a perdere i pezzi, il primo a pagare per la seconda stagione in bianco è Rijkaard, ma non sarà l'unico.

Lo capisce anche il fratello che è ora di far qualcosa,Guardiola lo ha detto chiaro e tondo che il brasiliano è finito nella lista degli indesiderati. E' meglio cambiare aria il più in fretta possibile. Ronaldinho in due anni si è svalutato, il suo cartellino un tempo inacessibile ora è diventato alla portata di tutti, è passato da oggetto dei desideri di tutte le squadre europee ad avere due sole misere chance, Manchester City e Milan. Tra le due ha scelto quella che più gli piaceva.

La telenovela Ronaldinho-Milan durata tre lunghissimi anni, si conclude con un happy end. Il Barça è contento di essersene sbarazzato in maniera elegante, il Milan ha fatto l'affare del secolo (!), lui è contento di tornare a essere l'idolo dei tifosi.
Da parte mia ho avuto un miscuglio di sensazioni contrastanti, sono passata dalla rabbia alla tristezza, dallo sconforto alla rassegnazione. Oggi ho raggiunto lo stadio del menefreghismo, mi è bastato vederlo 5 secondi con la maglia sponsorizzata da bwin per capire che con lui ho chiuso definitivamente.

Addio Ronaldinho e grazie per tutto quello che hai fatto per il Barça.